In un contesto di lavoro sempre più Smart, la comunicazione e le interazioni tra colleghi sono diventate un tema ampiamente dibattuto.

 

Non ci si limita più ad analizzare la “semplice” conversazione, ma si estende la lente fino ad analizzare anche la collaborazione e la condivisione, paradigmi fondanti del Modern Workplace.

 

Se da una parte è fondamentale avere a disposizione strumenti adatti allo scopo, dall’altra è ancor più importante (ri)pensare nuovi spazi (fisici o virtuali) dove poter lavorare in maniera flessibile, sicura e veloce.

 

Pur aprendoci a nuove dinamiche, il rischio di un allontanamento fisico rimane ancora molto sentito.

 

Ma cosa è cambiato in questi anni di emergenza?

 

Sicuramente le esigenze dei lavoratori stessi. Riscoprendo una work-life balance meno orientata sul lavoro e abbracciando la nuova idea di Digital Workplace, l’ufficio è passato in secondo piano, dando priorità ad una vicinanza digitale.

 

Tutto ciò ha portato a una partizione non troppo definita tra chi ha scelto di lavorare da remoto e chi, invece, è tornato in ufficio. 

 

I nuovi spazi di interazione devono tenere in considerazione questo dualismo, non soltanto in chiave produttiva, ma soprattutto tenendo in considerazione tutte quelle dinamiche umane che costituivano l’ecosistema dei rapporti sociali. 

 

La comunicazione interna serve ad amplificare tali concetti, migliorando l’Employee Experience e la Knowledge Management; due elementi fondamentali nel moderno panorama produttivo..

 

Quali strumenti utilizzare per mettere in moto questa trasformazione?

 

Sicuramente tutti i moderni strumenti come: chat aziendali, software per le videoconferenze e i nuovi spazi di lavoro digitali possono essere di grande aiuto in questo senso.

 

Al contempo però c’è bisogno di una formula che permetta di semplificare ulteriormente il dialogo tra le persone; aiutando anche nell’espansione della propria rete di relazioni.

 

Una delle idee messe in piedi da IWG è l’Icebreaker; un bot che crea dei match casuali tra colleghi, che possono così fissare un meeting per parlare di argomenti predefiniti in agenda o confrontarsi su topic di loro preferenza.

 

La finalità è quella di creare un “deposito di conoscenza”, organizzato per argomenti e lasciarlo a disposizione dei dipendenti; naturalmente all’interno saranno contenuti i vari documenti al riguardo e tutte le conversazioni nate dagli incontri con l’Icebreaker.

 

L’idea è quella di creare delle macro-aree tematiche con tutte queste risorse all’interno che diventino, in futuro, parte del patrimonio conoscitivo ed esperenziale dell’azienda.

 

In un contesto produttivo dove la conoscenza rappresenta uno dei più importanti vantaggi competitivi, formule come quella dell’Icebreaker rappresentano perfettamente la direzione che si dovrebbe seguire nella rotta verso il futuro.

 

E tu, hai già pensato a strategie per tutelare e preservare il patrimonio culturale della tua impresa? Raccontacelo nei commenti o prenota una call con un nostro responsabile per validare il tuo approccio!

 

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